seo sovra ottimizzazioneOgni SEO sa che ha un obiettivo ben preciso nel suo lavoro: ottimizzare il sito web per farlo salire in serp il più possibile. Questo  è un lavoro complesso, lungo, e sempre in aggiornamento: non si finisce mai di lavorare per rendere il sito migliore ed ottimizzarlo il meglio possibile.

C’è un però: se si utilizza eccessivamente una strategia SEO di ottimizzazione sbagliata, non si affronta solo il fallimento nel posizionare il sito, ma si possono incontrare le pericolose penalizzazioni da sovraottimizzazione.

Infatti se Google nota “magheggi” sospetti o ottimizzazioni ridondanti su un sito web potrebbe decidere di penalizzarlo, per non consentirgli di ‘giocare sporco’ e di raggiungere così i primi posti nel motore di ricerca.

La sovraottimizzazione consiste nell’eccesso dell’utilizzo delle tecniche SEO per posizionarsi sui motori di ricerca, come l’abuso dei link interni, delle key, o un uso di una sola anchor text. Non sono tecniche vietate (come la black hat) ma si tratta di tecniche lecite delle quali però si è fatto un abuso.

Il problema della sovraottimizzazione è un problema concreto per i SEO e può comportare un danneggiamento molto importante del sito, e uno spreco del lavoro fatto fino a quel momento. Di conseguenza, è bene cercare di non incappare nelle penalizzazioni di Google, e per evitare di farlo, bisogna conoscere a quali comportamenti in genere viene connessa una conseguenza sgradevole come una punizione.

Ecco alcuni dei comportamenti che secondo Google possono far pensare ad una sovraottimizzazione .

Comportamenti penalizzanti: conoscerli per evitarli

  1. Un primo comportamento che a Google non piace è la sovraottimizzazione da link interni. Si tratta di quella condizione per cui il sito web presenta molti link interni, quasi tutti spesso verso una sola pagina, e con anchor text con stessa key o key simile. Google penalizza questo comportamento perché in genere è artificioso.
  2. Abuso delle parole chiave, o keyword stuffing. In questo caso la ripetizione innaturale, reiterata ed illogica della parola chiave porta ad una penalizzazione da parte di Google. Questa conseguenza la si rischia anche laddove si inserisca la key nei metatag in continuazione (che poi …a che pro!?). Bisogna sempre evitare la sovraottimizzazione per parola chiave e cercare di impostare in modo più paziente la SEO o i risultati possono essere dannosi: Google li considera semplicemente spam.
  3. Uso di backliinks e anchor text non naturali.  Su questo argomento c’è davvero tanto da dire, non mi dilungo e vi rimando direttamente all’articolo sui backlinks pubblicato qualche settimana fà.
  4. Contenuti automatici e troppo ottimizzati, non pensati per l’utente, sono alcuni di quelli che Google non tollera.
  5. Forzatura della parola chiave. Al di là del keyword stuffing, Google comunque si accorge di quando si tende a forzare una parola chiave, ad esempio nel titolo della pagina, negli heading, in tutti i paragrafi, nei titoli e sottotitoli, nei link interni, negli url dei tag immagine. Usate sinonimi e variate o si rischia una penalizzazione da sovraottimizzazione.
  6. In generale, contenuti di scarsa qualità e pieni di errori grammaticali o troppo corti. Il classico esempio di un sito web riempito di contenuti inutili, brevi, poco originali, triti e ritriti, magari solamente per posizionare qualche parola chiave. Ormai gli algoritmi di Google si accorgono dei parametri di qualità di un articolo e tengono conto anche di questi elementi, quindi attenzione perché magari non penalizza ma di certo non premia, anzi.