Quante volte avrete sentito parlare o leggere di come fare SEO con wordpress in maniera davvero efficace. Il risultato, però, è che spesso i risultati non sono quelli attesi e il dubbio di non aver seguito i consigli giusti viene. in realtà ci sono almeno due considerazioni da fare.
La prima è che sulla SEO incidono tanti, tantissimi, fattori. Non basta lavorare su uno solo per sperare di risolvere tutti i problemi e scalare la SERP di Google.
Certo, ci sono fattori di ranking più importanti di altri e per fare SEO efficacemente bisogna tenerne conto. Dall’altra parte c’è l’idea, erronea, che la SEO sia una questione di regole. Sì, ci sono, è chiaro, ma la realtà è che non sono quelle. Questo perché l’obiettivo dell’ottimizzazione SEO dei siti realizzati con il cms wordpress , non è l’ottenimento del gradimento dei motori di ricerca, ma l’interesse dei lettori.
Questo cambiamento di prospettiva può indicare diverse attività, diverse modalità di fare SEO su siti WordPress. Ecco perché è utile e importante conoscerle e capire quali utilizzare per il proprio sito.
Vogliamo occuparci dei siti che girano su WordPress, uno dei più noti, diffusi e importanti CMS attualmente utilizzati. Scopriamo quindi una serie di suggerimenti per fare SEO su WordPress in maniera ragionata e vincente.
7 consigli utili (ed errori da evitare) per fare ottimizzazione SEO su WordPress
Volendo condensare le principali attività necessarie per fare SEO su WordPress e alle quali non bisogna proprio rinunciare, possiamo considerare:
- Argomenti e parole chiave;
- Ottimizzazione SEO per device mobili;
- La frequenza di pubblicazione dei contenuti;
- Aggiornamento dei contenuti;
- Le dimensioni contano;
- Accessibilità e user experience;
- La velocità, l’obiettivo di tutti.
Argomenti e parole chiave
Forse questo è un po’ la parte più scivolosa, l’errore SEO più grande nel quale cadono coloro che si occupano di fare SEO su WordPress (e non solo).
Le parole chiave, infatti, vengono spesso considerate come pezzi da mettere più o meno forzatamente all’interno di un testo. In realtà le keyword sono esse stesse un argomento, un intento di ricerca, intorno al quale costruire un contenuto. Anzi, è più corretto parlare di costruire una serie di contenuti. Sì, perché il lavoro sulle parole chiave non si esaurisce con un articolo, ma con un lavoro costante che sviluppi quell’argomento. Mai come in questo momento c’è la possibilità di conoscere quali sono gli argomenti che vengono cercati di più, in quale periodo dell’anno e con quale frequenza. Il problema non è cosa scrivere, ma come. Ed è il grande discorso sulla qualità dei contenuti sul quale Google insiste da anni.
Ottimizzazione SEO WordPress per dispositivi mobili
Forse è indicativo che se ne debba ancora parlare, ma date le condizioni di molti siti è necessario insistere su questo argomento.
Oggi non esiste traffico organico, ottimizzazione, SEO o qualsiasi altra attività online che non passi da mobile. Ignorarlo è, per molti aspetti, pensare che il mondo del digital funzioni come nell’età della pietra. Il lasso temporale è diverso, certo, ma la portata di cambiamenti potrebbe risultare la stessa. Non è possibile che molti siti ancora oggi non siano ottimizzati per i dispositivi mobile. E fare SEO significa anche e soprattutto questo. Google analizza anche questi fattori e un contenuto può essere anche ben scritto e strutturato, ma se il sito che lo ospita non prevede un’ottimizzazione mobile, molto di quel potenziale viene miseramente vanificato.
La frequenza di pubblicazione dei contenuti
Questo e il prossimo aspetto, insieme a quello degli argomenti e delle parole chiave, è uno dei più spinosi quando si parla di SEO.
Ogni quanto pubblicare? Ogni giorno, più volte al giorno, a giorni alternati? La risposta è che non ci sono risposte. Che non vuol dire che va bene tutto, ma che non esistono norme vincolanti. Il discorso è sempre quello della qualità dei contenuti. Se si devono pubblicare contenuti tanto per mettere un segno di spunta su un elenco, magari non dicendo niente o dicendolo male, tanto vale aspettare o lasciar perdere. Per la frequenza dei contenuti è utile strutturare un piano editoriale che permetta di coprire con regolarità le pubblicazioni e di evitare di arrivare all’ultimo senza avere niente pronto. Un consiglio è quello di sviluppare un discorso, verificare l’interesse e muoversi di conseguenza per articolare la pubblicazione dei successivi contenuti.
Aggiornamento dei contenuti
Non basta solo pubblicare, ma anche aggiornare. Questo perché a volte un argomento è stato già affrontato e fare un doppione non ha senso. Meglio sistemare quanto già online. Quest’accortezza viene notata da Google, motivo per cui non va trascurata.
Le dimensioni contano
Tanti si domandano quale sia la lunghezza minima che ogni articolo dovrebbe avere. 500, 700, 1000 o 2000 parole? Porsi questa domanda significa spesso non aver compreso completamente qual è la natura dell’attività SEO.
La lunghezza di un articolo non è l’obiettivo, non è la causa che deve muovere il copywriter, ma la conseguenza. Un articolo di qualità che sia esaustivo di un argomento non potrà certo essere di 200 parole. Quella al massimo può essere una notizia flash, non un approfondimento. Questo anche per dire che molto conta anche dal tipo di sito e, soprattutto, dal target di lettori.
Accessibilità e user experience
Cosa sarebbe un negozio che vende prodotti di assoluta qualità, unici, bellissimi e a prezzo scontato se per entrare nel negozio o raggiungere quel singolo reparto, bisogna perdersi in un labirinto? I siti a volte sono gli stessi, con percorsi contorti, grafiche incomprensibili e formattazioni illeggibili. L’accessibilità è difficoltosa e l’user experience pessima. Ci si stupisce se poi Google non premia questi siti?
La velocità, l’obiettivo di tutti
L’ultimo aspetto, ma non il meno importante, è relativo alla velocità. Si può discutere quanto vogliamo che oggi viviamo in un mondo frenetico che perde l’essenziale e si ferma alla forma, ma in molti casi è così. Il caricamento dei siti non può richiedere tempi da era geologica (e in molti casi è così). Bisogna lavorare per ridurre i tempi di caricamento, gestire ottimamente le risorse e offrire un servizio che sia all’altezza delle aspettative di chi ne richiede l’utilizzo.