google penalizzazionedi Massimiliano Del Rosso

Quello della penalizzazione è un argomento da incubo per ogni SEO. Che ci piaccia o no, Google può essere la prima fonte di traffico per un sito Web e portare così numerosissime visite qualificate, ma cosa accade quando ci si sveglia la mattina e si nota che il proprio sito, blog o e-commerce è stato colpito da una penalizzazione?

Vi sono due tipi di penalty che possono essere applicati al nostro progetto: manuali e algoritmiche. In questa guida svisceriamo l’argomento cercando di capire tutto ciò che riguarda le penalizzazioni, come evitarle, indagarne le cause, verificarle ed eventualmente uscirne.

Cosa sono le penalizzazioni

La penalizzazione del sito Web avviene in termini di posizionamento, ovvero il motore di ricerca decide di declassare il progetto nei risultati di ricerca ed è chiaramente comprensibile come sia un fattore negativo, assolutamente da evitare. La causa è da ricercarsi nella messa in atto di tecniche scorrette da parte del SEO di turno che agisce manipolando il sito con l’obiettivo di scalare le SERP. Tentativo poco fruttuoso a lungo andare, com’è facile comprendere.

Google può infatti metterci un po’ di tempo ad accorgersi dei tentativi di manipolazione, ma prima o poi arriva producendo così una penalità che causa un calo del traffico leggero o, nel caso più grave, totale sul fronte organico.

Può essere penalizzato tutto il sito web o soltanto alcune pagine specifiche, ma in quest’ultimo caso se troppe pagine specifiche violano le regole di Google è possibile assistere a una penalizzazione di tutto il progetto, riguardante anche quei contenuti che non violano nessuna linea guida. Nei casi più gravi, il sito potrebbe essere completamente rimosso dal motore di ricerca e divenire così un fantasma, tuttavia lo scenario più comune a cui moltissimi SEO si trovano di fronte è che Google declassi fortemente il progetto per tantissime parole chiave.

Le penalizzazioni possono essere applicate in modo automatico (penalizzazioni algoritmiche) o manuale (penalizzazioni manuali).

Penalizzazioni algoritmiche

Le penalizzazioni algoritmiche scattano a causa del controllo automatico di software proprietari di Google che controllano e verificano il sito Web, riscontrando l’attuazione di pratiche SEO illecite o non ben tollerate, che violano una o più linee guida per i webmaster. Questo tipo di penalizzazioni riguardano diversi algoritmi rilasciati da Google tra i quali i più importanti sono relativi a Penguin (2011), Panda (2012, che ha dato filo da torcere alla stragrande maggioranza di Search Engine Optimizer in tutto il globo) e Hummingbird (2013).

Penalizzazioni manuali

Ottenere delle penalizzazioni manuali significa che una persona fisica all’interno del team Google ha verificato con accuratezza il sito web e ha deciso, per cause X da scoprire, di infliggere una penalizzazione. Anche in questo caso il declassamento può essere applicato all’intero sito (site-wide matches) oppure solo ad alcune pagine del sito (partial matches).

Cause più comuni di penalizzazione

Cosa porta Google a declassare il sito oppure parte delle sue pagine? Analizziamo i fattori negativi più comuni qui di seguito.

Contenuti scadenti o duplicati

Soprattutto dopo il lancio dell’algoritmo Panda (febbraio 2011), Google applica una penalizzazione ai gestori di siti web che includono contenuti superficiali, carenti nella sostanza o scadenti. Questa penalità colpisce soprattutto a quei siti che hanno una quantità eccessiva di contenuti scadenti e viene trattata essenzialmente come una tecnica illecita di spam. Vengono anche colpiti moltissimo i contenuti duplicati, poiché il servizio premia quelli originali, così come le persone fisiche che amano trovare nuove informazioni su diversi siti, mai le stesse.

Per evitarla bisogna sempre produrre contenuti di valore, ovvero fare del Content Marketing prezioso per il lettore.

Cloaking

Cloaking è il nome di quell’attività illecita non tollerata da Google in cui si cerca di manipolare il sito in modo che i motori di ricerca mostrino una versione completamente diversa da quella che le persone riescono poi effettivamente a vedere. È una delle attività più penalizzate, vista come un tentativo di manipolare i risultati di ricerca.

Keyword stuffing

Keyword stuffing è una tattica spam che funzionava tanti anni fa ma che non piace ai motori di ricerca, che consiste nell’utilizzare in modo eccessivo una o più parole chiave per le quali si desidera essere trovati dagli utenti.

Quante parole chiave utilizzare in un contenuto e quante volte bisogna ripetere la keyword principale? Dipende. Occorre lavorare in modo sensato e ragionato.

404 interni

Google vuole sapere che il sito è perfettamente raggiungibile e navigabile e pertanto penalizza quei progetti con pagine 404 all’interno, che portano a contenuti inesistenti (non più disponibili).

Testo nascosto

Nascondere il testo all’interno di una pagina web, per non mostrarlo alle persone (ad esempio utilizzando il colore bianco su sfondo bianco), significa fare spam e quindi renderlo visibile solo ai motori di ricerca. Google non ama nulla che sia nascosto: vuole vedere tutto ciò che vede l’utente.

Eccessivo uso di Ads

I siti che presentano una eccessiva quantità di annunci pubblicitari per monetizzare rendono difficoltosa la lettura del contenuto e rendono frustrante l’esperienza utente. Gli interstitial intrusivi rappresentano un vero problema per il lettore, ecco perché Google penalizza quei siti che li usano.

Link building manipolativa

Venire scoperti ad acquistare link da siti terzi ed entrare così in un giro di backlink a pagamento porta a penalizzazione Google. La link building è un’attività particolarmente efficace se svolta bene, ma occorre sapere cosa fare e come muoversi (se non sai come fare contattami, la link building è il mio mestiere).

Bisogna evitare anche di lasciare link al proprio sito web su forum e blog con un anchor text altamente ottimizzata, insomma evitare di fare spam.

Come scoprire se un sito è stato penalizzato da Google?

Nonostante abbiamo affrontato i motivi di penalizzazione più comuni, i fattori che portano al declassamento di un sito web sono davvero tanti. Per condurre una verifica penalizzazione Google e pertanto capire cosa è successo, è possibile:

  • ricercare sul motore di ricerca il nome esatto del dominio: se non esce tra i primi 3 risultati, significa che è stato pesantemente penalizzato
  • scrivere su Google la query site:nomedeldominio.it e indagare sulle pagine posizionate
  • utilizzare Google Search Console (prima conosciuto come Webmaster Tool) e Google Analytics, due importantissimi tool di analisi
  • utilizzare un tool come ad esempio SEMRush per indagare sui backlink ricevuti, potrebbero essere di pessima qualità (tossici)
  • utilizzare un tool per condurre una SEO Audit completa ed efficace volta alla scoperta delle cause che hanno portato al declassamento del sito

Condurre una verifica sulle cause che hanno portato al declassamento del sito sul motore di ricerca è comunque una operazione lunga e delicata. Se non si è esperti, è preferibile rivolgersi a un SEO Specialist che saprà certamente come risolvere la situazione al meglio.