knowledge graph googleNon tutte le ricerche sono testuali, questo il senso del Google Knowledge Graph, un sistema particolare messo in campo da Google per migliorare l’esperienza di ricerca degli utenti. Attivo ormai da qualche anno, il Google Knowledge Graph è qualcosa che tutti conosciamo, anche senza sapere nel dettaglio cos’è. Motivo per cui è importante approfondire il discorso, scoprendo il funzionamento di questo servizio e quali aspetti è importante tenere in considerazione.

Da una ricerca testuale un risultato grafico

Quando effettuiamo una ricerca su Google siamo abituati a pensare che la SERP restituisca una serie ordinata di siti, una raccolta di collegamenti quindi. La realtà è cha da qualche anno (in Italia da dicembre 2012), per determinate query di ricerca Google restituisce delle immagini. Questo, in sintesi, è il Google Knowledge Graph. Potremmo tradurlo come il “grafo della conoscenza” o, anche, come il “riquadro delle informazioni”; in tutti i casi si tratta di una serie di informazioni visive in risposta alle nostre ricerche.

Come funziona

Il funzionamento del Knowledge Graph è molto semplice e facilmente visibile utilizzando il motore di ricerca di Google. A determinate ricerche, infatti, la SERP di Google restituisce un insieme di immagini e contenuti visibili, utili ai fini della ricerca effettuata. Può essere il logo di un’azienda, le foto di un evento, il volto di un personaggio o la copertina delle edizioni di un libro; il risultato è quello di accompagnare la ricerca testuale a contenuti visivi, che spesso si rivelano esaustive per gli utenti.

Perché è importante il Google Knowledge Graph

Il Google Knowledge Graph è molto importante innanzitutto nell’ottica di realizzare un “web semantico”, nel quale gli algoritmi del motore di ricerca siano in grado di interpretare le ricerche svolte dagli utenti. Questo consente di rendere più performante la ricerca e in molti casi è Google stesso che fornisce la risposta. Non l’accesso ai siti, ma Google prende le risorse presenti in esse e, attraverso il Knowledge Graph, le restituisce all’utente. Il risultato è quello di un box collocato nella parte destra della pagina desktop nella quale sono presenti le risorse individuate da Google. Oggi il Google Knowledge Graph è particolarmente utilizzato (e utile) nelle ricerche vocali e in quelle provenienti da dispositivi mobile.

Le caratteristiche del Google Knowledge Graph

Abbiamo detto all’inizio che solo per alcune ricerche si attiva il Google Knowledge Graph. Oggi le query che permettono di fornire questo tipo di risposta sono quelle relative a luoghi geografici, oggetti, attività commerciali, città, brand, società sportive, libri, prodotti, personaggi (storici e viventi), così come piatti, prodotti e oggetti di vario tipo. Anche alcune ricerche effettuate con delle domande, che circoscrivono quindi l’oggetto dell’indagine, permettono di avere delle risposte con dei contenuti grafici (e non solo).

Infatti, facendo una prova è possibile confermarlo, all’interno del box del Google Knowledge Graph si trovano tantissime informazioni, quelle che il motore di ricerca ritiene necessarie per esaurire la ricerca. Se, ad esempio, si cerca il nome di un attore, di un cantante o di un calciatore, nel box del Knowledge Graph compariranno le informazioni anagrafiche (data e località di nascita, eccetera), così come i titoli di film, le opere pubblicate, i trofei vinti, eccetera. Così come avviene per i risultati testuali, spesso in calce al Google Knowledge Graph vi sono anche delle risorse correlate che il motore di ricerca consiglia, ritenendole collegate alla ricerca appena effettuata.

Comprensione e utilità

Due sono le grandi caratteristiche del Google Knowledge Graph: la comprensione e l’utilità. Questa funzionalità, infatti, capisce non solo il contenuto grafico e visivo da associare alle parole utilizzate per la ricerca, ma lo fa in base alle necessità di chi svolge la ricerca. Ovvero dell’utente interessato ad avere una risposta. Questo è possibile grazie alla consultazione dei dati che sono salvati in memoria di tutte le ricerche fatte dagli utenti. Da qui si capisce anche l’utilità di uno strumento come questo, il quale riesce a dare risposte vere, rapide e utili agli utenti. Che è e rimane il fine dei motori di ricerca e dell’attività online

Risorse e ranking

Google non ha rilasciato informazioni precise su quali siano gli elementi che il suo algoritmo utilizza per considerare valide le risorse da inserire nel suo Knowledge Graph. Di certo c’è che Google legge il markup di Schema.org nel quale è possibile inserire tutti i dati che si considerano importanti per definire quella risorsa. Inoltre è stato riscontrato come siano considerati attendibili i contenuti che hanno un riferimento su Wikipedia (che Google prende seriamente in considerazione) e quelli provenienti dai profili social, in modo particolare Google My Business per le aziende. I markup di Scherma.org e i dati strutturali del sito sono elementi molto preziosi per comunicare a Google il tipo di contenuti presenti e, di conseguenza, la loro presenza costituisce un valore SEO importantissimo anche come fattore di ranking.