Articolo a cura di Max del Rosso – SEO e Link Building Specialist

Come fare SEO Off Page

Senti spesso parlare di link building o di SEO off page (sono la stessa cosa), ma non hai ancora capito in che modo può esserti utile per migliorare il posizionamento del tuo sito web?

Leggendo questo articolo, non solo potrai chiarire i tuoi dubbi ma, alla fine della lettura, avrai una serie di strumenti utili per iniziare a fare seriamente link building, ottenendo risultati concreti.

Prima di entrare nel vivo della questione, vorrei chiarire un punto molto importante, che spesso porta a definire questa attività come poco utile o inefficace: la link building ha senso ed è utile solo se il tuo sito ha già una buona struttura ed è correttamente ottimizzato per la SEO.

Se – e solo se – avrai lavorato bene sul tuo sito si dal principio (ottimizzando i contenuti, creando una rete di link interni, migliorando la user experience ecc.), allora avrà senso pianificare una strategia di link building, per il migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Fatta questa premessa, vediamo ora cos’è la link building e come pianificare una strategia efficace e sicura per il tuo sito. 

Cos’è la linkbuilding e perché è fondamentale per il tuo sito

Definizione di Link Building

Con il termine link building si fa riferimento a una tecnica SEO, che ha come scopo quello di aumentare il numero di link in ingresso a un sito web.

Nello specifico, questa attività strategica prevede la costruzione (building) di una rete di link, che dall’esterno (cioè da altri siti) puntano verso il tuo sito (o a delle sue specifiche pagine).

Questi link vengono detti backlink e, come vedremo meglio più avanti, riescono a trasferire al tuo sito un certo valore, in termini di autorevolezza o Autorithy Domain: una discriminante che Google utilizza per determinare il posizionamento di un sito nei risultati di ricerca.

Per dirla con poche parole: maggiore sarà il numero di backlink che riceverà il tuo sito, più Google lo considererà autorevole e gli farà scalare posizioni nella SERP, rendendolo facilmente raggiungibile dagli utenti.

L’autorevolezza di un sito dipende da una serie di fattori, tra cui appunto la quantità, ma soprattutto la qualità dei backlink, di cui parleremo in maniera approfondita nei prossimi paragrafi.

A questo punto, vorrei aprire una breve parentesi su un argomento che spesso crea confusione in chi inizia ad approcciarsi a questa attività:

Solo e unico scopo della link building è quello di aumentare l’autorithy del tuo sito. La link building non ha nulla a che fare con il traffico sul sito (se non indirettamente) e, pertanto, non prende in considerazione il numero di click sui link e le visite al sito tramite backlink.

Di tutto questo si occupa invece la digital PR, che ha come obiettivo quello di creare link “cliccabili”, in modo da aumentare il traffico degli utenti sulla pagina di arrivo.

Chiarito questo importante aspetto, cerchiamo di capire più da vicino cos’è un link, come è composto e quali e quante tipologie di link esistono.

Anatomia di un (back)link

L’Anchor Text

 La link building, come abbiamo appena visto, consiste nella creazione di una rete di link. Per poter capire come funziona, dobbiamo quindi prima aver ben chiara la definizione di link:

Un link è una porzione di testo, che rimanda a un sito esterno, attraverso un anchor text.

Come suggerisce il termine stesso, l’anchor text, che altro non è che un collegamento ipertestuale, si serve di alcune parole che fanno appunto da “ancora” tra il contenuto della pagina su cui si trova il link e quello del sito a cui rinvia.

L’anchor text può essere di diverso tipo: navigazionale, branded e manipolativo. Vediamo nel dettaglio le differenze tra le varie tipologie e come riconoscerle.

N.B.: Negli esempi che seguono, i collegamenti ipertestuali saranno indicati dal testo sottolineato.

  • Navigazionale

Un anchor text si dice “navigazionale” quando a fare da “ancoraggio” sono parole che inducono l’utente a compiere un’azione specifica.

Esempio: “Per scoprire come impostare una campagna di link building efficace, clicca qui

  • Branded

Se il collegamento viene applicato direttamente sul nome di un brand (che può chiaramente essere anche un nome proprio di persona) avremo un anchor text “branded”;

Esempio: “Nel suo articolo, Max Del Rosso spiega come impostare una campagna di link building efficace”

  • Manipolativo

Viene definito “manipolativo” un anchor text che contiene una keyword di ricerca e ha, pertanto, l’intento di “manipolare” il ranking, cercando di far posizionare la pagina in base alla parola chiave scelta (e precedentemente inserita nell’articolo, nella description, nel tag title e nei vari H2, H3 e così via).

Esempio: “Nel suo ultimo articolo, Max del Rosso parla di come impostare una campagna di link building efficace

Scegliere le ancore giuste e utilizzarle correttamente è fondamentale per la buona riuscita di una campagna di link building.

Se ad esempio scegliamo di utilizzare un’ancora manipolativa, dobbiamo fare in modo che il testo di ancoraggio risulti molto più simile al linguaggio naturale, piuttosto che a quello, spesso artificioso, dell’intento di ricerca.

Riprendendo l’esempio precedente, una cosa è dire “Nel suo ultimo articolo, Max del Rosso parla di come impostare una campagna di link building efficace”, un’altra “Nel suo ultimo articolo Max del Rosso ci parla di come fare link building efficace”. Ammesso che questo sia effettivamente un intento di ricerca migliore del primo, l’ancora che abbiamo utilizzato in questo secondo esempio risulta macchinosa e quindi poco naturale, cosa che andrebbe ancora una volta a destare sospetto nei Googlebot.

Un altro consiglio riguardo l’uso di ancore manipolative è quello di essere parsimoniosi: utilizzare troppi anchor text di questo tipo potrà far emergere l’intento strategico, facendoci incorrere in spiacevoli penalizzazioni. Per lo stesso motivo occorre prestare assoluta attenzione al testo che “circonda” il link, che dovrà per quanto possibile inserire l’ancora in un contesto ben delineato. Un link che funziona è infatti un link in grado di indicare all’utente tutto quello che troverà nella pagina di arrivo.

La corretta gestione delle anchor text è forse la parte più importante e difficile della link building, e non è un caso se su questa buccia di banana cadono in tantissimi, inclusi molti colleghi SEO (a dimostrazione di quanto questa tecnica sia davvero difficile).

Qui sotto vi segnalo 3 articoli di approfondimento sulle anchor text e sul loro corretto utilizzo:

Posizione del link e altre variabili

Ricorda inoltre che i link sono degli approfondimenti. Se è vero che Google premia gli articoli con i link posti più in alto, è vero anche che posizionarne uno all’inizio di un testo, magari ancora prima di introdurre l’argomento, non ha molto senso e può pertanto destare sospetto. La cosa migliore è quindi posizionare il link all’incirca prima della metà dell’articolo.

Abbiamo detto che i backlink sono importanti non solo in termini quantitativi, ma anche e soprattutto in termini di qualità (che ricordiamo essere, in questo caso, strettamente connessa al livello di autorevolezza del sito che li ospita). Un link “scritto bene” è già un buon punto di partenza. Ma ci sono altre importanti variabili che vanno considerate.

Cercherò d’illustrartele partendo da alcune domande fondamentali che è bene porsi quando si pianifica una strategia di link building.

  • Dove si trova il link? O meglio, quale posizione occupa all’interno del sito?

I casi possono essere due: il backlink si può inserire direttamente all’interno di un articolo, come approfondimento (come abbiamo visto negli esempi precedenti), oppure può essere collocato, privo di contesto, in alcune parti specifiche del sito, come ad esempio nella sidebar.

Dobbiamo poi tenere in conto un’altra importante variabile, ovvero la pagina sulla quale è posizionato il link: per ovvi motivi, un backlink posizionato in Home Page, avrà un valore diverso rispetto a un link che si trova su una pagina secondaria.

  • Di cosa si occupa il sito?

 Si tratta di una questione molto importante, perché ha a che fare con un’altra delle discriminanti utilizzate dai Googlebot per posizionare i siti nella SERP, ovvero la “pertinenza”.

La domanda che dobbiamo porci, più nello specifico, è la seguente: il sito sul quale è presente il backlink, tratta argomenti pertinenti con quelli del nostro sito?

E ancora: questo sito, è un sito generalista (cioè che affronta svariate tematiche in modo trasversale) o è specializzato verticalmente su un argomento, che è uguale o comunque riconducibile a quello trattato nel nostro sito?

La questione qui è molto semplice: se sul nostro sito ci occupiamo di link building dovremmo ricevere backlink da siti che trattano lo stesso argomento o perlomeno tematiche affini. Se ricevessimo link in ingresso da un sito che si occupa di cucina, la cosa sarebbe un pò incongruente e sospetta. (ma qui si apre un nuovo e lungo capitolo: ho siti ben posizionati che ricevono link esclusivamente da siti non a tema….un giorno ne parlerò! Quando il sito non è a tema, deve essere l’articolo che dona il link ad essere perfettamente a tema)

Se poi riusciamo ad ottenere backlink da un sito che, non solo tratta argomenti affini al nostro, ma è specializzato in quel determinato settore, allora l’autorevolezza della nostra pagina ne gioverà ulteriormente.

  • Qual è il livello di Authority Domain del sito su cui è presente il backlink?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo cimentarci in un piccolo lavoro di analisi della pagina che abbiamo scelto per ospitare il nostro backlink.

Niente paura, si tratta di un esercizio semplice, che consiste nel prendere nota di alcune informazioni, come ad esempio da quanto tempo la pagina è online, se i suoi contenuti sono ottimizzati per la SEO, se il sito è responsive, se esiste una buona struttura interna, etc. Insomma, dobbiamo andare a verificare la qualità del sito, perché da questa dipenderà la qualità del backlink. 

Link nofollow e link dofollow – Di nuovo una questione di authority

Abbiamo visto cos’è un link, come è composto, quali sono le principali anchor text e quali sono le caratteristiche per stabilire se un backlink è di qualità oppure no.

L’ultima importante nozione che devi sapere a questo punto sui link è che… ci sono link e link.

Cosa vuol dire? Essenzialmente che i link non sono tutti uguali, e questo non dipende solamente dalla loro “qualità”, ma anche da un preciso attributo, scritto nel codice HTML, in grado di dirci se quel determinato collegamento può trasferire valore al nostro sito. Sì, hai capito bene. I link possono trasmettere una parte dell’authority del sito che li ospita, direttamente alla pagina a cui rimandano.

In gergo tecnico il valore che viene trasmesso da un sito all’altro, tramite link, viene definito “link juice”.

I link in grado di trasmettere l’autorevolezza di un sito, sono i cosiddetti link dofollow. Al contrario, i link nofollow, non consentono alcun passaggio di valore da un sito all’altro, o comunque ne trasmettono una porzione trascurabile.

Come abbiamo detto poco sopra, per valore si intende l’authority del sito e dunque, va da sé, che Google premi i link di tipo dofollow, poiché rappresentano una referenza positiva per il nostro sito, una sorta di attestato di stima, che viene premiato con una “succulenta” ricompensa. 

Come impostare una strategia di link building efficace e sicura

Eccoci arrivati al punto saliente di questo articolo: come impostare una strategia di link building che funzioni e che, soprattutto, ci permetta di evitare di incorrere in rischi ed errori potenzialmente “fatali” (almeno per il tuo sito).

Prima di passare alla fase strategica, c’è però ancora una cosa importante che devi sapere: la link building, intesa come creazione artificiale pianificata di una rete di link, non è qualcosa che piace a Google.

Mi spiego meglio. Quello che Google vorrebbe è che le reti di link tra siti fossero generate in maniera organica, spontanea, senza alla base pianificazioni o accordi tra le parti. Questo perché, come abbiamo visto, lo scopo dei Googlebot è quello di scovare i siti più autorevoli e di premiarli con un posizionamento migliore nella SERP, offrendo all’utente contenuti di qualità.

È chiaro quindi che, se si forza il meccanismo che rende un sito più autorevole rispetto a un altro, Google non riesce nel suo intento, poiché finisce per restituire dei risultati “falsati”.

Come fare quindi, per aggirare l’ostacolo e guadagnarsi la fiducia di Big G?

Il Segreto ? fare link building come se non facessimo link building

Bisogna valutare attentamente ogni azione che andremo a compiere nel pianificare la nostra strategia di link building.

La parola chiave che devi tenere bene a mente, durante tutta la fase di pianificazione, è “credibilità”: dobbiamo cioè risultare credibili agli occhi di Google e per farlo dobbiamo essenzialmente fare in modo che i Googlebot non capiscano che stiamo facendo link building.

Dobbiamo sforzarci di creare link (anchor text) quanto più naturali possibile.

Come? Ti rispondo elencandoti una serie di accorgimenti che ti serviranno per partire con il piede giusto:

  • La prima cosa che devi considerare è che per poter funzionare, la link building deve essere pianificata sul lungo periodo. Non risulteresti credibile se di colpo il tuo sito ottenesse centinaia, ma anche solo decine di backlink in più al mese.
  • Il numero dei backlink che deciderai di ottenere, inoltre, dovrà essere proporzionale al volume di traffico sul tuo sito. Questo vuol dire che, se il tuo conta 200 visualizzazioni al mese, non puoi pensare di avere 450 backlink, senza che Google si accorga che stai bluffando.

Inoltre, per quanto riguarda il numero di backlink da ottenere durante la campagna, devi considerare:

  • Il numero di link in ingresso che il tuo sito riceve in maniera organica, ad esempio mensilmente. Dati alla mano, potrai pianificare una crescita graduale dei backlink, ma – attenzione – non costante. Ciò vuol dire che, ad esempio, se per il primo mese avrai pianificato di ottenere 20 backlink, il mese successivo e tutti quelli a venire non dovrai procedere con un graduale crescendo (20, 23, 27 e così via) ma dovrai prevedere un’alternanza di picchi più alti e più bassi, (Ad esempio 20, 24, 18, 20, 8, 25 e così via), evidenziando un aumento nel lungo periodo.
  • Il numero di link in ingresso sui siti dei tuoi competitor: soprattutto se il tuo sito è online da poco tempo, ti sarà molto utile monitorare la concorrenza, per capire quanti backlink ottiene un sito che ha le tue stesse caratteristiche di base. In questo modo potrai farti un’idea della soglia minima da cui partire e porti degli obiettivi credibili.
  • Non selezionare soltanto link dofollow: anche se questa tipologia di backlink, come abbiamo avuto modo di vedere, consente al tuo sito di guadagnare autorevolezza, in una situazione di “normalità” (cioè senza una pianificazione) il tuo sito riceverebbe con molta probabilità un numero più alto di link nofollow. Inserisci quindi nel tuo piano un buon numero di questi link e qualche link dofollow, ma senza esagerare. Vedrai che in questo modo sarà Google a premiarti.
  • Per lo stesso motivo di cui sopra, includi nella lista dei siti da cui ricevere backlink, anche pagine che non hanno un alto livello di authority e che trattano contenuti generalisti.
  • Oltre ai backlink, utilizza anche le citazioni: ovvero delle semplici menzioni del tuo sito/brand, prive di link diretti. Le citazioni stanno acquistando sempre più valore, grazie ai progressi dei sistemi di machine learning.
  • Quando selezioni i siti sui quali vuoi posizionare i backlink, controlla che non abbiano lo stesso IP. Questo perché ti potrebbe capitare d’incappare in una rete siti (ovvero siti che utilizzano lo stesso server) e questa cosa potrebbe insospettire Google.

In alcuni casi è anche possibile farlo, ma bisogna implementare una strategia ben studiata e mirata e comunque servono mani molto, molto esperte. In generale è una cosa che sconsiglio.

  • Cerca di variare anche il posizionamento dei backlink: i link all’interno degli articoli, come abbiamo visto, hanno un valore maggiore rispetto a quelli decontestualizzati, ma anche in questo caso la credibilità ha la priorità su tutto il resto.

Come ottenere link in ingresso

Nei paragrafi precedenti abbiamo visto le principali caratteristi dei link e come impostare una campagna di link building, in modo che risulti funzionale e credibile per Google. Ma, arrivati a questo punto, molto probabilmente ti sarà sorta una domanda cruciale:

Come faccio per ottenere i link in ingresso sul mio sito?

Ci sono diversi modi per farlo. Di seguito te ne elenco alcuni tra i più i diffusi.

Acquisto tramite gruppi Facebook

Si tratta di una pratica non gradita da Google (ma va?) , seppur ampiamente diffusa. I backlink vengono in genere venduti su alcuni gruppi Facebook creati ad hoc.

Guest post

Un altro modo molto utilizzato per ottenere link in ingresso è quello di scrivere dei guestpost. Cosa sono i guestpost? Sono articoli che vengono scritti in qualità di “ospiti” su siti che sono affini al nostro per gli argomenti trattati.

Una volta individuato il sito in questione, possiamo rivolgerci direttamente al titolare della pagina per ottenere il permesso di scrivere il nostro guestpost, ad un prezzo che può variare da sito a sito.

Qui sotto vi segnalo 3 articoli di approfondimento sulla tecnica del guest posting e sul corretto utilizzo dei guest post in una strategia SEO off page:

Siti partner

Un modo più semplice ed economico per ottenere i backlink è quello di usufruire dei siti partner. Parliamo in questo caso di siti di amici o conoscenti, che hanno attività simili o complementari alla nostra e possono inserire un link al nostro sito magari nella pagina dedicata ai fornitori o ai partner.

Backlink nei Forum

Infine, possiamo inserire il link al nostro sito in firma su un Forum. In questo caso si tratterà di link nofollow, che però, come abbiamo visto, possono comunque essere utili per dare credibilità alla nostra strategia.

Link rotti

Una tecnica non molto brillante, ma comunque ancora diffusa, è quella di andare alla ricerca dei cosiddetti “link rotti”, ovvero backlink non più funzionanti. In che modo? Attraverso appositi tool è possibile scovare backlink presenti su un determinato sito, che rimandano a pagine non più attive.

Una volta individuati il “link rotto” di nostro interesse (che rimanda cioè a pagine dal contenuto affine alla nostra), lo si fa presente al titolare del sito e gli si chiede di scambiare il link non più funzionante con un backlink al nostro sito.

Se rischi, rischi tutto

Se non si applicano tutte le dovute precauzioni e non si mettono in pratica tutte le best practice che abbiamo visto per impostare una strategia di link building efficace e sicura, il rischio a cui si va incontro è sostanzialmente uno: l’eclissamento totale del nostro sito, che verrà pesantemente penalizzato da Google, fino a scomparire nell’oblio delle pagine a più cifre dei risultati di ricerca.

Tutto quello che non devi fare quando pianifichi una strategia di link building 

Dopo averti illustrato il peggiore degli scenari possibili, vorrei darti ancora qualche breve, ma importante raccomandazione, per farti riacquistare un po’ più di serenità:)

Ecco quindi un breve memorandum di tutte le cose che NON devi assolutamente fare se vuoi che la tua strategia di link building funzioni:

  • Iniziare a fare link building subito dopo aver creato il tuo sito, ma soprattutto senza prima averlo ottimizzato a dovere.
  • Creare network di siti statici, con il solo scopo di costruire reti di link.
  • Fare continui scambi di link. Ovvero linkare un sito, poco dopo che quel determinato sito ha inserito un backlink verso il tuo. Cerca per quanto possibile di evitare scambi di questo tipo.
  • Abusare delle anchor text manipolative o usarle in modo forzato e poco naturale.

Se terrai a mente queste poche, ma fondamentali istruzioni, potrai pianificare con serenità la tua strategia di link building e ottenere risultati tangibili, con rischi pari a zero.