Quando si sente parlare di ‘codici di stato’ o di http status code, si parla di un tema molto importante che è connesso alla corretta indicizzazione del tuo sito web sul motore di ricerca (Google, ma non solo).

Insomma, il tema dei codici di stato è strettamente connesso a quello della indicizzazione che, come noto, consente a chi cerca il tuo sito online di trovarlo sui motori di ricerca principali.

Usare dei buoni codici di stato consente di migliorare l’indicizzazione e specularmente, dei cattivi codici di stato possono inficiare il processo in questione, causando anche l’invisibilità del sito e l’impossibilità quindi di farsi trovare sui motori di ricerca.

Conoscere i codici di stato e saperli usare bene è di fondamentale importanza per chi usa, gestisce ed è proprietario di un sito web, per chi sviluppa siti e via dicendo. Conoscendo bene i codici di stato è possibile diagnosticare eventuali errori, anche gravi, come la mancata visualizzazione di un sito web, ed intervenire prontamente per correggerli.

Ai fini di comprendere meglio cosa sono i codici di stato e come si usano correttamente, continua a leggere l’articolo.

Cosa sono i codici di stato e a che cosa servono?

Con il nome codici di stato o response code, si fa riferimento a dei codici che indicano il corretto completamento di una richiesta http.

Si tratta di note di un server, inserite all’interno della pagina web, che ci informano di come è finita (bene o in malo modo) la richiesta di visualizzazione di una certa pagina. Possiamo quindi considerarli come dei messaggi provenienti dal server, che ci informano sul fatto che la richiesta di visualizzazione di una certa pagina sia andata a buon fine oppure no.

Facciamo un esempio pratico per capire meglio cosa sono i codici di stato: ogni volta che digitate un url e cliccate su invia, il browser che state utilizzando manda una richiesta al server, per farvi accedere al sito che vi interessa. Il server, una volta ricevuto questo input ed una volta elaboratolo, vi consente di visualizzare la pagina e il link che vi interessa.

I codici di stato HTTP sono quindi inviati dal server al browser dal quale avete fatto la richiesta. Normalmente, se la richiesta va a buon fine, non vediamo i codici di stato: ma li vediamo spesso se la richiesta non va a buon fine. Avete presente il classico messaggio quando non potete visualizzare un certo sito, ad esempio il messaggio con il codice dell’errore che vi spiega che non potete accedere a quella pagina o link? Ecco, si tratta della comunicazione dei codici di stato che comunicano al browser che l’accesso a quella pagina non è possibile, indicando il codice di errore (spesso il codice 404, ovvero la fonte non esiste).

I codici di stato e le loro classi

I codici di stato hanno delle classi, ovvero una classificazione a cinque parti che consente di capire più nel dettaglio che tipo di problema si è verificato. Grazie a questo codice, avete la possibilità di orientarvi meglio nel problema del sito web, per poterlo risolvere.

Ecco le cinque classi dei codici di stato:

  1. I codici in questione indicano che sta proseguendo la richiesta inviata al server.
  2. Si tratta dei codici di stato che sono restituiti quando la richiesta è stata elaborata dal server.
  3. Si tratta dei c.d. codici di stato di reindirizzamento, ovvero che si verificano quando c’è una sostituzione sulla risorsa richiesta.
  4. I classici codici di errore. Indicano che si è verificato un determinato problema rispetto alla richiesta fatta al browser. Il codice 401 è presente quando l’utente che ha fatto la richiesta non ha l’autorizzazione per l’accesso alla pagina in relazione al suo indirizzo IP. L’errore 403 invece individua l’impossibilità di effettuare quella richiesta verso quell’url. Il 404 è il codice più diffuso, ed è il caso di link rotti e che non funzionano. Se il link non esiste più, l’utente che ha fatto la richiesta al server si vedrà restituire un codice errore 404.
  5. Codice di errore che comunica la presenza di un errore sul server. Ad esempio il codice 500 individua un errore del server, il codice 503 invece individua una eccessiva occupazione del server (che non è temporaneamente disponibile, ma potrebbe tornare disponibile più avanti).

Come quindi abbiamo visto, ogni classe di codici di stato ha poi diversi codici, che più nel dettaglio aiutano a capire dove si trova il problema.

I codici di stato e la SEO

I codici di stato sono importanti anche per la SEO, ovvero per l’ottimizzazione del vostro sito web nei motori di ricerca.

Infatti gli spider mentre effettuano la scansione del web e leggono tutti i siti (compreso il vostro) possono leggere i codici di stato e ricevono da essi comunicazioni.

I codici delle classi 100 e 200 non hanno molto impatto sull’ottimizzazione perché i crawler semplicemente continuano nel loro lavoro, dato che non si verificano problemi di sorta.

Problemi invece possono nascere con i codici di stato di errore, come i 400 ed i 500 che impediscono di indicizzare le pagine. Non solo: se i crawler individuano un eccessivo numero di codici di stato 400 e 500 nel vostro sito web, questo potrebbe anche essere visto come spia di un sito non di alta qualità, con possibili conseguenze per il vostro ranking (che rischia di essere abbassato) e quindi anche per il posizionamento SEO.

Ecco perché è di fondamentale importanza curare i codici di stato quando presentano errori e cercare di intervenire il prima possibile.