Quando si è alle prime armi e ci si ritrova immersi nella creazione di un sito web, spesso si tende a fare confusione tra nome a dominio, servizio di hosting e il sito web stesso.

La terminologia non è delle più semplici e proprio per questo motivo all’interno di questo articolo cercheremo di fare chiarezza e analizzeremo insieme tutto quello che dovreste sapere sui domini web, partendo dal loro funzionamento e addentrandoci nelle varie differenze del caso.

Cos’è un nome a dominio?

Partiamo dando una definizione molto semplificata di dominio. Considerando nell’immaginario un sito web come se fosse un’abitazione, il nome a dominio equivale all’indirizzo che le persone conoscono per raggiungerla fisicamente.

Esempi di nome a dominio sono Amazon.com, Google.com, Facebook.com, Wikipedia.org etc…

Addentrandoci sotto l’aspetto più tecnico è meglio fare un po’ di chiarezza. Dobbiamo quindi considerare internet come una mega rete di computer collegati tra di loro e ad ognuno di essi viene assegnato un indirizzo IP univoco.

Si tratta di una serie di numeri non semplici da ricordare, come ad esempio: 170.192.2.2

Come avete visto è impossibile o quasi ricordare un indirizzo IP e proprio per questo motivo sono stati inventati i nomi a dominio, in modo da raggiungere un determinato sito web digitando il dominio e non il suo indirizzo IP.

Come funziona un dominio?

A questo punto possiamo vedere insieme cosa succede quando un utente digita nella barra degli indirizzi del suo browser un nome a dominio.

Digitando un nome a dominio invia una richiesta al DNS (Domain Name System), cioè una rete a livello globale di server. Quando i DNS ricevono la richiesta cercano i server dei nomi associati al dominio del sito web e inoltrano così la richiesta ai suoi nameserver.

In questa fase interviene così il servizio di hosting che ospita il sito web e gestisce quindi i nameserver di tale sito. Se il tuo sito è ospitato ad esempio su Aruba, il provider di hosting manderà la richiesta in questione al pc nel quale sono archiviati i file del sito web.

Il pc nominato è chiamato server web e si occupa di raccogliere il sito richiesto e inviarlo al browser con il quale l’utente ha digitato il nome a dominio in principio.

Sebbene possa sembrare una procedura lunga da descrivere, queste fasi durano ormai centesimi di secondo e in base al servizio di hosting utilizzato e alla configurazione del sito possono essere più o meno rapide.

Come è composto un nome a dominio?

Un dominio di un sito web è normalmente composto da 3 livelli.

Troviamo il terzo livello, che è ciò che si trova prima del punto e del nome a dominio che viene conosciuto come tale. Un esempio di dominio di terzo livello è store.apple.com.

Troviamo poi il dominio di secondo livello, cioè la parte del domino che viene regolarmente registrata e a volte riconosciuta come brand. Un esempio di dominio di secondo livello è apple.com.

Infine abbiamo il primo livello, cioè quella che viene comunemente chiamata estensione (in gergo tecnico TLD). I più conosciuti sono .com, .it, .net, .org, .biz e ne esistono ormai decine e decine con la diffusione crescente del web.

A cosa serve un dominio?

Il dominio è l’elemento essenziale per aprire un sito web. Il primo passo per mettere online un sito web è quindi assegnargli un nome a dominio, senza il quale il sito non sarebbe raggiungibile dagli utenti.

Negli ultimi anni la registrazione di nomi a dominio è cresciuta sempre di più. Ormai ogni azienda ha un proprio sito web e sempre più frequentemente troviamo persone che si appassionano all’arte del blogging e registrano un dominio per poter iniziare a pubblicare i loro contenuti online sul proprio blog.

Come scegliere il dominio del proprio sito web

Se vi trovate in questo momento a dover scegliere un nome a dominio per l’apertura del vostro sito web aziendale o blog privato, vi suggeriamo di seguire alcuni consigli che vi saranno certamente utili quando vorrete che il sito inizi a posizionarsi e ad avere sempre più traffico al termine della sua costruzione.

Per prima cosa scegliete un nome a dominio che possa essere il brand della vostra azienda o contenga una parola chiave attinente ai prodotti o servizi che vendete.

Inoltre cercate sempre di puntare a registrare nomi a dominio con estensione .it o .com, che per gli utenti paiono più affidabili.

Infine cercate di scegliere un nome a dominio breve e facile da ricordare, evitando punteggiatura intermedia o eventuali numeri che potrebbero confondere l’utente nella scrittura.

Dove registrare un dominio e come fare

Un dominio può essere registrato su qualunque servizio di hosting. I più utilizzati sono Ovh, Serverplan, Aruba o Siteground, ma potete tranquillamente cercare online e troverete centinaia di servizi di registrazione sia italiani che stranieri.

Normalmente i servizi di registrazione offrono anche uno spazio di hosting e potrete così avere hosting e dominio con lo stesso fornitore, in modo da ricordarvi il pagamento dei rinnovi annuali.

Abbiamo appena detto rinnovo annuale e infatti il dominio deve essere pagato alla registrazione e rinnovato di anno in anno per evitare che scada, proprio come il servizio di hosting.

Se invece siete lievemente più esperti del settore si possono anche sfruttare nomi a dominio recuperati da vecchi proprietari che li hanno lasciati scadere, in modo da recuperare eventuale autorevolezza acquisita con i vari link in ingresso acquisiti nel passato.

A tal proposito vi suggeriamo di consultare il sito web italiano match.it, dove potrete comprare domini recuperati e acquisire domini autorevoli per semplificare il posizionamento del vostro sito web nei motori di ricerca.